
Fonte: cartolina lucida formato grande (cm. 10x15 ca.).
Epoca: 1960 ca.
Note: Ed. Amapani e Lucarelli Tabaccai - Acquaviva delle Fonti -
Propr. Artistica Gr. Uff. V. Simone - Via N. Pisani, 20 - Bari.
Acquaviva delle Fonti, 1960 circa. Una immagine
della sede comunale di Acquaviva delle Fonti, ubicata all'interno
del Palazzo de Mari-Alberotanza.
Frutto di diversi ampliamenti e ristrutturazioni succedutesi nel
tempo, il palazzo ha inglobato l'antico castello normanno del XII
secolo, del quale è ancora distinguibile la planimetria a
quadrilatero irregolare con torri angolari collegate tra loro da
un muro di cinta.
La trasformazione da castello a dimora signorile ha avuto inizio
con l'avvento al potere della dinastia degli Acquaviva d’Aragona.
Nel 1664, il feudo viene acquistato - per la somma di 216.000 ducati
- dal marchese genovese Carlo de Mari, il quale dall'anno seguente
si fregerà del titolo di principe di Acquaviva (titolo che
la sua famiglia manterrà fino al 1806).
Il nuovo feudatario fissa la propria dimora nel vecchio castello
di Acquaviva delle Fonti, trasformandolo in uno splendido palazzo
baronale. In questo periodo «il castello si amplia nelle
superfici e nei volumi con la destinazione di spazi ad uso di sala
teatrale elegante e galleria delle pitture (oggi utilizzata come
sala del Consiglio Comunale) e si arricchisce negli addobbi caratterizzati
dai flussi artistici dell’epoca: cornici, maschere apotropaiche
e viste prospettiche. Il cortile interno viene modificato con la
demolizione della torre ottagonale e la trasformazione del "corrituro
scoverto" in un raffinato e maestoso loggiato su cui campeggia
lo stemma della famiglia» [1].
Nel secolo XIX, la proprietà del palazzo passa alla famiglia
Alberotanza, nobili di Mola di Bari.
Infine, nel 1871 il palazzo viene acquistato dalla comunità
acquavivese, con lo scopo di farne la sede del Municipio.
|