La cattedrale. La cattedrale
di Bari (figg. 2-4) è una delle più belle d'Italia,
ma deturpata; è assai più antica del priorato di San
Nicola di Bari. La cripta vuolsi esistesse sin dal 733, quando fu
spinta da una tempesta violenta nel porto una nave, sola superstite
di una squadra inviata dall'imperatore Leone III Isaurico (l'Iconoclasta)
a far guerra al papa. Due
monaci erano riusciti a trafugare a Costantinopoli, in una cassa
a bordo della nave, l'immagine venerata della Madonna,
dipinta da San Luca, inviata da Gerusalemme a Pulcheria, sorella
di Teodosio II, e che conservavasi a Bisanzio nella basilica di
Odego. I due monaci furono accolti a Bari con grandi onori ed invitati
anche con minaccie a depositare nella cripta la sacra immagine,
che venerasi tuttodì nella cattedrale barese sotto il nome
di Madonna di Costantinopoli, e la cui festa ricorre il
primo martedì d'aprile.
Nel 1028 il vescovo greco Bisanzio edificò sopra la cripta
una splendida cattedrale; e sessantatrè anni dopo il buono
e pio arcivescovo Elia, frugando in cerca di reliquie di altri santi,
mise le mani in un buco nell'altare della cripta e ne trasse fuori
le ossa di San Sabino, che erano state trasportate da Canosa di
Puglia nell'850 e ivi deposte dal vescovo Angelario, come attestava
un'iscrizione sopra una lastra marmorea. Non ostante le proteste
sdegnose degli abitanti di Canosa, i quali affermano sempre di possedere
le vere ossa di San Sabino, l'arcivescovo trasportò con gran
pompa e cerimonie solenni, le ossa in una bella tomba di marmo.
La cattedrale di San Sabino di Bari, con arcivescovado, fu costruita
nell'anno 1034 in forma di una basilica a tre navate, ma ebbe molto
a soffrire quando Guglielmo il Malo distrusse Bari nel
1156, e fu bisogno riedificarla quasi per intiero. Nel 1750 fu sciupata
dall'arcivescovo Gaeta, il quale ne cambiò la volta, la forma
e la situazione delle finestre, rivestì di stucco le belle
antiche colonne di granito e di marmo che separano le navate, ne
mutò i capitelli e guastò al tutto la parte inferiore
della facciata con un atrio ad inferriata ornata di busti moderni.
Il campanile a sud, rovinato nel 1613, non fu rialzato; quello a
nord fu restaurato secondo l'antico disegno, ed attesta l'influenza
normanna; una bella cupola incurvasi sopra la crociera. La facciata
occidentale va ornata di arcate e d'un ricco cornicione ornamentale,
e il lato settentrionale poggia sopra un porticato. L'arco di mezzo
della facciata settentrionale presso al campanile poggia le sue
colonne sopra piccoli elefanti; ornati squisiti circondano gli archi,
dei quali il più alto va fregiato d'un pellicano, mentre
teste donnesche servono d'appoggio agli archi.
Il Battistero (certamente più antico), un'altra rotonda nel
lato esterno longitudinale della cattedrale, nella strada della
Trulla, serve ora di sagrestia ed è costruito come la chiesa,
di piccole pietre calcari quadrate; la facciata orientale è
la più bella e di una bellezza particolare la finestra principale.
Nell'interno ammodernato della cattedrale, nella cappella a destra
di quella del coro, sulla parete destra ammirasi la Guarigione
miracolosa di San Rocco del Tintoretto e in faccia un dipinto
del Veronese. Nella cappella del coro, sotto il dipinto dell'Assunta,
è da vedere un ciborio, riccamente scolpito, del 1493. L'altar
maggiore fu posto nel secolo XI da Alfano da Termoli.
Il soccorpo, o la chiesa sotterranea, riccamente ornato, ha tre
ordini di colonne di cui ciascuno ne ha otto e due all'abside. Vi
si venera la suddescritta Santa Maria di Costantinopoli
di San Luca.
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